L'origine della Danza Orientale è antichissima e sembra affondare le sue radici nell'antico Egitto ed in Mesopotamia.
Danzatrici, tomba di Nebamun - Tebe L'origine della danza, in generale si perde nella notte dei tempi, quando l'uomo (già nel Paleolitico e nel Neolitico) cercava, attraverso di essa, di esorcizzare le forze della natura, di ottenere la vittoria nelle battaglie, come atto propiziatorio per la caccia, o anche più semplicemente di ingraziarsi gli dei. Testimonianze dell'importanza della Danza come rituale sacro le troviamo in Egitto nel 3800 a.c. con il ritrovamento di statuine e ceramiche raffiguranti danzatrici. La danza è presente come rituale sacro nelle cerimonie funerarie nonchè nei "Testi delle Piramidi". La troviamo anche e sopratutto nelle cerimonie religiose in onore della grande Dea Madre, Ishtar (o Inanna) nella civiltà Assirobabilonese, Iside nell'antico Egitto nelle quali le sacerdotesse danzavano per propiziare la fertilità della terra e quindi della donna .
Infatti il ventre della donna era considerato sacro in quanto "creatore" di nuova vita e quindi strettamente legato ai cicli di morte e rinascita della terra Anche il greco Pausania parla di una danza praticata dalle sacerdotesse del tempio di Artemide, dove si compiono rotazioni del bacino: tale danza era chiamata "kordax"
Durante i secoli si è evoluta abbandonando la veste rituale , per divenire pura forma di divertimento. Prima, come momento di gioia tra donne e poi come intrattenimento per tutti e così si diffuse la consuetudine di ingaggiare musicisti e danzatori che allietavano nobili e re durante i banchetti o in occasione di feste e cermonie. Durante l'impero ottomano nasce la "awalin", dall'arabo "alema" che significa donna istruita ed è qui che nasce una danza più raffinata. Le awalin sapevano danzare e cantare, erano musiciste e componevano versi poetici.
Si esibivano esclusivamente in ambienti sociali molto elevati e negli harem. Al contrario le "ghawazi", le zingare egiziane, si esibivano nelle strade e nelle campagne. A loro però va il merito di aver mantenuto sempre viva la tradizione folkloristica egiziana.
Poi con l'avvento del Cristianesimo e dell'Islam si è tentato di eliminare qualsiasi richiamo alla sensualità che con la danza veniva espresso.
Già Cicerone proclama che "l'uomo sobrio non danza" e con il Concilio di Cartagine (398 d.C.) viene sancita la scomunica per chi assiste a spettacoli coreutici. La danza e il corpo sono demonizzati e S.Agostino definisce la danza "follia lasciva, demonizzazione".
Ma lo spirito della danza è parte integrante dell'uomo e riesce comunque a sopravvivere, perchè è una naturale ed eterna forma di espressione, poichè riesce ad esprimere sentimenti ed emozioni che le sole parole non riuscirebbero ad esprimere.
Il termine "Danza del Ventre" è stato coniato nel XIX secolo dai viaggiatori occidentali che rimasero impressionati nel vedere i movimenti isolati del ventre e del bacino delle danzatrici orientali.
Ma è molto riduttivo il termine Danza del Ventre, poichè tutte le parti del corpo vengono coinvolte. Infatti la traduzione esatta di Raqs Sharqui è Danza Orientale.

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